I dati forniti da Ione Toccafondi, direttrice del carcere... Nella casa circondariale di Maliseti c’è posto per 326 detenuti e invece ce ne stanno 586, dovrebbero lavorarci 345 agenti di polizia penitenziaria e invece a Prato ne sono assegnati 280, di cui 40 distaccati in altre carceri e 30 impegnati solo nelle scorte. «Dove li mettiamo i 260 detenuti in più? Semplice - risponde Ione Toccafondi, da 9 anni direttrice del carcere, intervistata da Il Tirreno - nelle celle da due ce ne stanno tre. I sei metri quadri a testa di spazio vitale diventano quattro. Aumentano i problemi di convivenza, le tensioni, il nervosismo». Il carcere della Dogaia è un universo complesso, dove convivono piccoli spacciatori e pezzi grossi della criminalità organizzata. Un centinaio di detenuti sono in attesa di giudizio nella sezione circondariale, altre quattro sezioni di media sicurezza ospitano i condannati, compresi gli ergastolani, una sezione universitaria conta 23 detenuti con celle singole, in un’altra ci sono cinquanta pedofili, altre due sono ad alta sicurezza per mafiosi e criminalità organizzata in genere, l’ultima è per una trentina di collaboratori di giustizia. Gli stranieri al 31 dicembre erano 258: i più numerosi sono gli albanesi (71), seguiti da marocchini (69) e cinesi (34). Registrati ora a Maliseti.it! |