I risultati di uno studio sulla diffusione dei licheni, organismi che si formano grazie all’unione di alghe e funghi e che attecchiscono sulla corteccia degli alberi... Lo studio, commissionato dall\'Assessorato all\'Ambiente del Comune di Prato e realizzato da Biosfera con la collaborazione dell’Arpat, ha visto al lavoro biologi e dottori forestali che per sei mesi hanno studiato il comportamento dei licheni presenti su 112 cortecce di altrettanti alberi, dislocati in un raggio di 73,84 km quadrati. Un’indagine che ha suddiviso in 18 unità di campionamento primarie la città, 12 studiate da Biosfera e 6 da Arpat. Il valore più basso di presenza dei licheni è stato rilevato nella stazione 8, alla Castellina (19,86 di biodiversità lichenica), mentre quello più alto è stato rilevato a Sant’Ippolito, dove, nella stazione 11, la biodiversità lichenica è arrivata a quota 57,67. «Nella macro-area del centro storico e in quella della Castellina e della Pietà - aggiunge Gianni Bettini, biologo dello Studio Biosfera - c’è una concentrazione di smog maggiore, dovuta al fatto che c’è poco verde e che il traffico non defluisce come sulle grandi arterie di scorrimento. E lì i licheni sono meno numerosi sulle cortecce degli alberi che in altre zone». L'aria migliore si respira nei paesi della zona a ovest della città (Maliseti, Viaccia, Narnali, Galciana, Sant’Ippolito, Capezzana, Vergaio, Casale, Tobbiana, Iolo), compresa tra un intervallo di valori 53,3 e 66,7. In questa zona sono stati rilevati anche valori molto positivi, tra 66,7 e 80,1 e tra 80,1 e 120. «Questo perché - aggiunge l’assessore Camilla Curcio - in quei centri abitati ci sono ancora molte aree verdi. Lo studio che abbiamo realizzato lo consegneremo all’ufficio di piano, perché i tecnici tengano presente che la riqualificazioni urbanistica della città passa anche attraverso la riqualificazione ambientale». Registrati ora a Maliseti.it! |