Riportiamo un interessante articolo pubblicato su \"Notizie di Prato\"... Un laghetto non abbastanza profondo per servire le operazioni degli elicotteri antincendio, che funziona da specchio d’acqua per dare un punto di riferimento agli uccelli migratori e – involontariamente – a migliaia di zanzare. Se il Centro di scienze naturali sta vivendo sotto la nuova gestione un tentativo di ricostruzione partendo dalle macerie fumanti dell’inchiesta giudiziaria, la sua valle potrebbe vivere – insieme agli abitanti di Maliseti – un’aggressione senza precedenti al suo territorio. Due sono i progetti in campo: la realizzazione del lago Bardena e del lago Borro di Galceti. Col dono della sintesi, i lavori vorrebbero mettere insieme una palude artificiale – zona umida – con un canale di bonifica, nello stesso posto, il Bardena. Conciliare l’inconiciliabile sembra la missione. E neppure a modico prezzo. Analizzando le carte dell’ufficio tecnico si scopre che il compimento del Bardena, devo avvenire entro il prossimo 4 settembre, per la ragguardevole cifra di 290mila euro. L’utilità secondo il Comune è di creare una fonte di supporto in caso di emergenza idrica e di impiego in caso di incendi. Ad una condizione: il lago dovrà misurare in profondità quattro metri, mentre secondo le prime stime informali il Bardena si fermerà a due metri d’altezza. Quando andrà bene: i due metri si toccheranno bene in inverno, meno della metà nel pieno della stagione degli incendi, l’estate. Il borro di Galceti in fatto di grattacapi procurati all’amministrazione comunale non è da meno. La gara d’appalto del 18 novembre dell’anno scorso si è conclusa con un’azienda vincitrice, scoperta essere sprovvista dei requisiti indispensabili per eseguire i lavori. La ricaduta economica? Centotrentamila euro. Sì, ma sono soldi di un finanziamento regionale: è la facile obiezione. Anche se un geologo avveduto come Giovanni Pratesi – membro del comitato scientifico del Centro di scienze naturali – in una relazione nero su bianco dubita che stavolta la spesa sia sensata. “I bacini d’espansione – scrive in data 8 aprile – vengono solitamente realizzati in aree che presentano una conformazione tale da ridurre al minimo le spese per la costruzione dell’opera – invece – nel caso specifico si renderebbe necessario un consistente sbancamento e susseguente movimentazione di terra”. Già, la terra. Le immagini offerte dai trattori escavatori sono di cumuli di humus scalzati, segno della chiara vocazione agricola dell’area. Fosse solo questo il problema. Il guaio è che l’humus viene sacrificato per una zona umida, considerata dalla comunità scientifica – secondo il racconto di Pratesi – “unanimemente” di scarso interesse. Peggio ancora. Essendo paludoso il Bardena potrebbe diventare il paradiso artificiale di migliaia di zanzare, che logicamente eleggerebbero le vicine abitazioni di Maliseti riserva di caccia. “Sarebbe opportuno almeno ottenere una relazione di Gilberto Tozzi” è stata l’idea ad un certo punto di Pratesi. Del tutto appropriata peraltro. Il Bardena è l’estratto di un progetto ben più ampio – una sorta di Disneyland zootecnica con dinosauri di plastica e villaggi di palafitte – dell’ex direttore del Csn generato sotto la giunta Romagnoli e approvato in via definitiva dalla giunta Cenni. Un buon motivo per assistere al silenzio bipartisan della politica, ma sul fronte della maggioranza qualcosa si sta muovendo. Giovedì scorso dietro la pressione del consigliere comunale dell’Udc Antonio Longo – che ha minacciato di sottoporlo in aula ad un’imbarazzante interrogazione – l’assessore all’ambiente Goffredo Borchi ha promesso lo stop dei lavori. Vero per il lago Borro, falso per il lago Bardena, dove gli scavi continuano sotto gli occhi vigili dei residenti di Maliseti. Carlandrea Adam Poli - Notizie di Prato |