In solo cinque giorni sono state raccolte 1198 firme mandate all\'amministrazione Comunale per cercare di evitare la chiusura dell\'ufficio postale di Maliseti. Non a forma contradditoria ma solo per rispondere a qualcuno, l\'ufficio postale è importantissimo per la nostra frazione, non tanto per i giovani che possono spostarsi liberamente, ma per i più anziani che non hanno la possiblità di recarsi nell\'uffico postale situato a diversi chilometri di distanza; immaginate una pesona anziana che dovrebbe spedire un pacco.................. Ritornando alla cronaca, in ordine di arrivo, vi riproponiamo i vari articoli che ci ha inviato il Presidente della Circoscrizione Ovest Giovanni Mosca: 11 luglio 2012 OLTRE 1.000 FIRME IN CINQUE GIORNI PER DIRE NO ALLA CHIUSURA DELLE POSTE DI MALISETI. Gentilissime redazioni cittadine, la frazione di Maliseti è una realtà che negli ultimi anni ha conosciuto un notevole incremento demografico, oltre 8.000 abitanti, una frazione che ha raggiunto livelli qualitativi importanti, oggi si è mobilitata in massa per dire NO alla chiusura delle poste. In cinque giorni sono state raccolte oltre 1.000 firme, grazie alla mobilitazione generale di tutti cittadini e negozianti questi ultimi hanno messo a disposizione i loro spazi per contribuire a dire No alla soppressione di questo importante servizio pubblico nella zona. La raccolta delle firme continua senza sosta, è una battaglia sacrosanta, senza nessuna appartenenza politico, ma con un grande senso di civiltà che ci deve vedere uniti per contrastare questa sciagurata ipotesi che nel caso fosse confermata creerebbe un danno enorme alla popolazione di giovani e soprattutto di anziani, noi questo vogliamo evitarlo. Grazie Giovanni Mosca – Presidente della Circoscrizione Prato Ovest 1 agosto 2012 IN 5 GIORNI HANNO FIRMATO 1.198 CITTADINI PER DIRE NO ALLA CHIUSURA DELL’UFFICIO POSTALE DI MALSETI. Gentilissime redazioni cittadine, vi allego il testo della lettera inviata al sindaco Cenni nella quale i cittadini di Maliseti hanno firmato per dire No alla chiusura dell’ufficio postale. Oggetto: Petizione popolare “No alla chiusura dell’ufficio Postale di Maliseti”. Egregio Sindaco Roberto Cenni, trasmetto in allegato alla presente la petizione popolare sottoscritta dalla cittadinanza di Maliseti a seguito dell’ipotesi di chiusura dell’ufficio postale. I cittadini, dopo una poderosa mobilitazione popolare, hanno raccolto in cinque giorni firme autografe per dire NO alla chiusura del loro ufficio postale. Se tale ipotesi dovesse rispondere al vero, sarebbe una scelta sciagurata, estremamente grave pensare di chiudere un importante servizio pubblico in una realtà come Maliseti dove vivono oltre 8 mila abitanti. Ciò causerebbe gravi disagi e notevoli disservizi ad un numero enorme di cittadini. Per questa ragione, mi faccio interprete di questo grido di allarme, chiedendo un tuo personale ed inciso intervento per accertare questa notizia, a difesa di tale servizio. Il nostro dovere è quello di difendere le legittime esigenze della gente e i bisogni del territorio poiché l’interesse della gente deve essere un atto prioritario per noi amministratori. Facciamo quindi sentire la vicinanza ai cittadini con atti tangibili, senza dubbie interpretazioni, questo è quello che i cittadini ci chiedono. Nell’attesa di una tua risposta, ti confermo che continua la mobilitazione popolare per raccogliere ancora altre firme per dire “No alla chiusura dell’ufficio postale”. Cordialmente, Il Presidente della Circoscrizione Giovanni MOSCA 7 agosto 2012 articolo del Tirreno: MALISETI Mosca: «Pronti alle barricate se non si farà marcia indietro» «Se non si farà al più presto chiarezza su questa vicenda, quando sarà il momento, faremo le barricate». Con queste parole Giovanni Mosca,presidente del quartiere Ovest di Prato, dove ha sede l’ufficio postale di Maliseti (in via Montalese) per cui è prevista la soppressione in un’ottica di tagli agli uffici postali considerati diseconomici, ribadisce il suo no alla chiusura del servizio. «C’è grande agitazione tra gli cittadini del quartiere per la notizia, per ora non confermata, della chiusura di questo importante servizio sul territorio – afferma - A questo proposito nei giorni scorsi ho scritto una lettera al sindaco Roberto Cenni per chiedergli, a nome di tutti gli abitanti di Maliseti, di interessarsi in prima persona al problema e di farsi carico di questa emergenza sul territorio. Ho ritenuto giusto investire della questione direttamente il primo cittadino, d’altra parte lui è sindaco anche di questa frazione e ha il dovere di informarci su quello che accadrà. Per quanto mi riguarda sarò in prima linea con gli altri abitanti e, se ce ne fosse bisogno, sono pronto a occuparmi del problema anche personalmente». Mosca, nelle scorse settimane si è fatto promotore di una petizione, che si è conclusa con la raccolta di 1.200 firme che sono già state consegnate al sindaco. «Non finisce qui – continua il presidente della circoscrizione Ovest – è in corso una nuova raccolta firme tra negozianti e residenti del paese con l’obiettivo di raccoglierne il più possibile. Il quartiere di Maliseti conta più di 7.000 abitanti, tra cui c’è tanta popolazione anziana che usufruisce del servizio delle Poste e difficilmente potrà recarsi altrove». Il malumore che si respira tra gli abitanti, causato anche dall’incertezza, è tanto. E poi c’è il fatto che l’ufficio postale di Maliseti, come più volte ricordato, fu fortemente voluto da tutti gli abitanti della frazione che riuscirono ad averlo solo dopo aver sottoscritto un petizione di oltre 2300 firme con cui chiedevano a gran voce l’istituzione dello sportello sul territorio. «Non si capisce perché vogliano tagliarlo – conclude Giovanni Mosca - è uno sportello attivo e sempre pieno di gente: non toccatelo o alzeremo le barricate». (b.b.) Sempre i 7 agosto ecco quanto scrito sul Tirreno: Sportelli da tagliare: 45 esuberi negli uffici Prevista anche una riduzione delle zone di recapito: 35 saranno eliminate Tra le ipotesi allo studio anche nuovi servizi da affidare agli sportelli. Contro il piano di riorganizzazione delle poste scendono in piazza i lavoratori. I Cobas hanno indetto ieri una giornata di protesta per dire no ai tagli degli uffici postali che potrebbero portare anche a una serie di licenziamenti collettivi. Sono quattro per ora gli sportelli sul territorio per cui è prevista una soppressione: gli uffici di Bacchereto e Poggio alla Malva a Carmignano; quello di Luicciana a Cantagallo e quello di Maliseti a Prato. L’azienda non ha ancora fornito un piano preciso degli interventi, ma gli esuberi da ricollocare sul territorio, eventualmente, sarebbero circa 45, uno più uno meno. «C’è molta diffidenza da parte dei dipendenti sulle intenzioni dell’azienda di ricollocare i lavoratori - afferma Francesco Barba, impiegato delle Poste e rappresentante Slc della Cgil – la nostra perplessità deriva dal fatto che a fronte di una riduzione dei flussi di comunicazione cartacea non si vede all’orizzonte un piano di rilancio e di sviluppo aziendale tale da prevedere la possibilità di ricollocare tutti i lavoratori in esubero: oltre alla soppressione degli uffici che coinvolge una decina di impiegati agli sportelli è prevista infatti una riduzione delle zone di recapito, 35 delle quali saranno eliminate secondo un nuovo disegno. Questo si traduce inevitabilmente in una riduzione del numero di postini, una parte dei quali sarà riassorbita anche per sostituire gli altri lavoratori quando sono in ferie, ma è impensabile che 35 persone siano ricollocate tutte allo sportello centrale». Secondo Barba alla base manca una politica di lungimiranza da parte dell’azienda. «Bene la riorganizzazione, ma dovrebbe essere basata su un piano di rilancio industriale che al momento manca – ribadisce – se vogliamo evitare i licenziamenti dobbiamo andare verso la formazione di operatori più completi in grado di offrire un servizio ad ampio raggio che vada dal recapito lettere alla presentazione di prodotti finanziari». Intanto il confronto a Roma sta andando avanti: «A settembre – aggiunge il rappresentante Cgil dei lavoratori delle Poste – è prevista una mobilitazione sul territorio provinciale». Le Poste, tuttavia, rassicurano sul fatto che non ci saranno licenziamenti ribadendo che i lavoratori in esubero saranno riassorbiti dagli altri servizi. L’azienda chiarisce inoltre che non è detto che i tagli agli sportelli saranno quelli annunciati, in quanto sarebbero in corso trattative tra le Poste i sindaci dei comuni coinvolti dalla riorganizzazione degli uffici. Una delle ipotesi in circolazione più accreditate è quella che prevede il potenziamento dell’attività degli sportelli classificati come diseconomici istituendo una collaborazione con alcuni uffici comunali, per cui certe pratiche, come per esempio il ritiro di un certificato anagrafico, passerebbero in mano alle Poste. |