Giovane detenuto si impicca alla Dogaia, negli ultimi giorni altri cinque hanno provato a uccidersi. La Cgil: “Situazione insostenibile”


L’altro giorno due tentativi di suicidio tra i detenuti della Dogaia, ieri un terzo episodio, purtroppo stavolta finito in tragedia con un giovane detenuto marocchino che si è impiccato. Il giovane era recluso nel carcere di Prato per scontare una condanna a 3 anni per una rapina compiuta ai danni di un cittadino cinese.
Sulla questione è intervenuta con una dura nota la segreteria Funzione Pubblica Cgil Prato,: “Cos’altro deve succedere ancora prima che siano presi seri provvedimenti sulla vivibilità delle carceri e, in particolare, sulla situazione della Casa Circondariale di Prato?” .....


“Non più di una settimana fa – prosegue la nota del sindacato – il direttore dell’istituto penitenziario pratese evidenziava il problema dei tagli alle risorse, del sovraffollamento e della carenza di personale. Non più di un mese fa alcuni parlamentari evidenziavano le difficoltà della Casa Circondariale di Prato. Tutti i giorni gli operatori, agenti di polizia penitenziaria e personale amministrativo, evidenziano che la struttura sta esplodendo. Negli ultimi giorni, un detenuto morto suicida, cinque tentativi di suicidio ed una rissa tra detenuti; nel frattempo Prato continua ad essere il “ricovero” di moltissimi dei detenuti critici della Toscana che, nelle strutture di provenienza si sono distinti per aver causato minacce, aggressioni ecc.. e che vengono da lì allontanati dirottandoli sempre su Prato senza che nessuno dei responsabili si opponga a ciò”.
“Operare, con relativa serenità d’animo, in queste condizioni è impossibile – denuncia il sindacato -: gli agenti e gli educatori sanno quando entrano in servizio e non sanno quando finisce il loro turno, quando può essere il loro giorno di riposo, se saranno oggetto di aggressioni o minacce (come già avvenuto), se potranno lavorare normalmente. Questo stato di cose è inaccettabile! Riteniamo che sia giunto il momento che tutte le istituzioni locali si facciano portatrici di queste istanze verso il ministero della Giustizia ed il governo affinché siano individuate soluzioni certe, e non discorsi, ad una situazione non più umanamente tollerabile”.
articolo prelevato interamente da www.notiziediprato.it


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